lunedì 25 agosto 2008

100! 100! 100!

Questo è il mio 100° post.
Regalo al mio blog una riflessione.
O sega mentale, a seconda del punto di vista.
Anche oggi ho sentito che l'Italia è un paese "senza".
Senza cultura, senso civico, buon senso, identità, ecc.
Ed è verissimo.
Il guaio è che siamo anche "senza" soluzioni.
Come si fa a creare il senso civico o il buon senso alle persone?
Basta studiare a scuola? O crescere in ambienti ecclesiastici?
E poi, lo vogliamo veramente il buon senso, il rispetto della legalità, ecc.?
Non ci tenta, forse, la possibilità di fare i furbi e cavarsela sempre, spesso a scapito proprio di quei pochi cittadini dotati di buon senso?
Chiaramente si, a tutti, quasi, anche a me o chi denucia l'Italia "senza".
Questo modo di vivere è nel nostro DNA.
Una dote naturale, un dono del Signore.
E allora qual'è il problema? il problema è che siamo sì tutti furbi, ma quando incontriamo uno più furbo di noi che ci provoca un danno ci lamentiamo della decandenza morale dell'Italia.
Esempio classico: concorso pubblico vinto dal raccomandato a scapito dello studioso più bravo ma senza agganci. Commenti: "Solo in Italia", " è uno schifo", ecc.
Poi magari se chiedi allo studente se avesse avuto la possibilità di avere un aggancio per vincere il concorso avrebbe accettato la raccomandazione, 9 volte su dieci risponde di sì.
Praticamente è il nostro interesse che prevale sempre, e per sembrare più belli agli occhi degli altri diamo la colpa al sistema, e non a noi stessi.

Noi il senso civico non lo vogliamo, perchè potrebbe danneggiarci: é meglio la lotta maniacale del successo senza regole certe, una caverna popolata da avidi vampiri vanitosi, dove solo chi esce è vivo perchè più forte.

Come diceva Nietzsche: L'uomo è un animale culturale; senza cultura, senza significati simbolici è solo un animale in balia del suo istinto.
Ecco: penso che noi, in Italia nel 2008, siamo regrediti alla fase istintiva della nostra esistenza, non abbiamo più simboli e valori, siamo "senza" cultura.
C'è rimasto solo la lotta per la sopravvivenza, una civiltà di uomini primordiali alle prese con telefonini e i-pod al posto di clave e frecce.

Per questo oggi la resistenza civica è doverosa, è la sola soluzione possibile: recuperare quel poco di cultura e memoria a chi pensa sia ormai inutile,
e trasmetterla alle nuove generazioni che crescono conoscendo il Gabibbo e la vita di Gigi D'Alessio e ignorano Garibaldi, Gandhi, Mandela e gli inventori di internet e cellulari che usiamo quotidianamente.

Già...chi ha inventato il primo cellulare?!?!