martedì 22 aprile 2008

Terremoto RAI?

Tratto da http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/retroscenaraituttiinomichisalechirestachiscendechitremaspeciale210408.html?pg=1

Colpo di scena alla Rai. La vittoria del Centrodestra provocherà presto un vero e proprio tsunami ai massimi vertici della televisione di Stato. Secondo indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, il nuovo direttore del Tg1 al posto di Gianni Riotta (in partenza, destinazione probabile il Corriere della Sera) sarà Mauro Mazza, attuale direttore del Tg2. Una vittoria quindi di Alleanza Nazionale e di Gianfranco Fini. Ma i colpi di scena non finiscono qui. Maurizio Belpietro è pronto ad andare alla guida del Tg5 (per questo avrebbe scelto come vice a PanoramaMario Sechi, per poi lasciargli la direzione) e Clemente Mimun verrebbe dirottato ai vertici della seconda rete, al posto del leghista Antonio Marano (per il quale si profila un altro incarico in Rai). Alla direzione del Tg2, al posto di Mazza, è in arrivo un leghista. O Gianluigi Paragone, ex direttore de la Padania e attualmente a Libero, oppure Milo Infante, milanese doc, amico di Feltri e conduttore del pomeriggio all’Italia sul Due.Negli ambienti vicini al Pdl - riporta il sito http://www.diacoblog.com/ - si fa un solo nome per la Direzione Generale della Rai: è quello di Mauro Masi, già Vicesegretario Generale della Presidenza del Consiglio (nel governo Berlusconi) e già Capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria. Masi è stimato un po' da tutti, a destra e sinistra. Sponsorizzato abbondantemente da quell’uomo per bene e molto infuente che è Gianni Letta, Masi si prepara a “governare” la Rai con l’accordo di Veltroni e Berlusconi. Alla Presidenza di Viale Mazzini rimarrebbeClaudio Petruccioli.

IL TERREMOTO IN RAI - La netta vittoria del Centrodestra alle elezioni politiche modificherà in modo radicale, entro il termine di quest'anno, l'organigramma della Rai. C'è chi si aspetta una promozione, chi lascerà il posto, chi trema e chi spera di spiccare il volo. Una fonte interna alla televisione pubblica - massimi livelli - rivela ad Affaritaliani.it che cosa, probabilmente, accadrà nei prossimi mesi. Il primo punto è il consiglio di amministrazione, in scadenza a fine maggio. Il Partito Democratico sta tentando di rinviare il rinnovo a settembre, ma la nuova maggioranza parlamentare intende accelerare e procedere al ricambio entro il mese di luglio. Il presidente, ovviamente di garanzia, spetta all'opposizione, anche perché deve essere votato con i due terzi dei componenti della Vigilanza. E tutto lascia intendere che verrà riconfermato Claudio Petruccioli. Per quanto riguarda gli altri otto consiglieri, la legge prevede che sette vengano nominati dalla Commissione di Vigilanza Rai e uno dall'azionista di maggioranza, ovvero il ministero dell'Economia guidato da Giulio Tremonti. Il rapporto di forze sarà di cinque a quattro a favore del Centrodestra, di conseguenza tre saranno scelti tra l'opposizione (più Petruccioli) e quattro tra le fila del Popolo della Libertà-Lega, ai quali si aggiungerà il fedelissimo di Via XX Settembre.

Riconfermatissima la leghista Giovanna Bianchi Clerici. Umberto Bossi non ha alcun dubbio: ha lavorato bene e deve restare nel cda, anche perché con il nuovo scenario è possibile rilanciare la battaglia per ampliare la sede milanese. In partenza sicuramente Gennaro Malgieri, in quota An, eletto in Parlamento che verrà sostituito da un altro esponente gradito a Gianfranco Fini.
La prima nomina del nuovo consiglio di amministrazione sarà il direttore generale, dal quale dipendono poi tutti gli altri spostamenti, che vengono proposti dal d.g. e ratificati dal cda. Claudio Cappon, troppo vicino all'esecutivo uscente, è in uscita, su questo punto non ci sono dubbi. Difficile ma non impossibile un clamoroso ritorno di Agostino Saccà, attualmente alla guida di Rai Fiction, dovendo ancora risolvere la nota vertenza con l'azienda e considerando il fatto che comunque andrebbe in pensione all'inizio del 2009. Per la direzione generale in pole position c'è Fabrizio Del Noce, gradito al presidente del Consiglio in pectore, che lascerebbe così vuota la poltrona di direttore della prima rete per un altro esponente vicino a Forza Italia.

Tutti gli altri cambiamenti - assicurano da Viale Mazzini - non avverranno subito ma dopo l'estate, a partire da ottobre e comunque entro Natale. Il leghista Antonio Marano dovrebbe restare al suo posto alla guida di Rai Due, anche se non è esclusa una promozione (considerando il probabile arrivo di Mimun). Per quanto riguarda la terza rete, Paolo Ruffini sembra destinato a continuare il suo lavoro. Passando ai telegiornali, Gianni Riotta (Tg1) pare proprio che voglia a tutti i costi la direzione del Corriere del Sera, quindi, nonostante il giudizio sia positivo, molto probabilmente lascerà l'azienda. Mauro Mazza, direttore del Tg2, pare destinato, come detto, a spostarsi alla guida dell'ammiraglia Rai. Antonio Di Bella ha già le valigie pronte per trasferirsi alla guida della sede di New York, in tempo per seguire le elezioni presidenziali Usa. Al suo posto un altro esponente di Centrosinistra, ovviamente di area Pd. Non è nemmeno esclusa una promozione di Bianca Berlinguer alla direzione del Tg3. Non dovrebbe essere a rischio Antonio Caprarica, numero uno di Radio Rai. Ci sono poi moltissime altre caselle minori o intermedie che sono vuote o gestite ad interim e che verranno riempite.In ascesa Guido Paglia, direttore della Comunicazione, Relazioni Esterne e Istituzionali. In calo le quotazioni di Giuliana Del Bufalo, responsabilie Comunicazione e Immagine. In stand-by Giuseppe Nava, numero uno dell'ufficio stampa. Nello staff del direttore generale sono a rischio Nicola Claudio e Luca Santoro. A tremare è anche la poltrona di Giancarlo Leone, vicedirettore generale per il coordinamento e l'offerta.
Nel settore risorse umane e organizzazione salgono Alessandro Zucca e Guglielmo Lucioli, mentre scendono Luciano Flussi, Paolo Bianco e Alessandro Pagano. Finanzia e pianificazione, in uscita Mario Capello. A tremare è Tiberio Timperi, al fianco del perdente numero uno Pippo Baudo, che oltre a fare i conti con i pessimi ascolti di un Festival di Sanremo ormai destinato a Paolo Bonolis, faticherà a resistere pure nella trincea domenicale. Anche il reginetto della tv del pomeriggio Michele Cucuzza deve aver calcolato male i tempi della svolta democratica, col pamphlet sui ragazzi di Locri. Ora incalzano per il suo posto Massimo Gilletti e la nuova stellina delnociana Caterina Balivo.
Sono poi noti la vicinanza con gli ambienti di Fini del redivivo Cristiano Malgioglio e della nuova divetta mattiniera Eleonora Daniele. La presa della Lega, ormai totale alla Rai di Milano, non si vede solo da un concerto estivo in dialetto comasco con il cantautore del folk padano Van Der Sfroos, o dall’ascesa del milanesissimo e feltriano conduttore del pomeriggio Milo Infante all’Italia sul Due. Marano vuol dire anche la pattuglia dei vari conduttori genere radio milanese pop, Facchinetti jr, Nicola Savino, il cantautore Enrico Ruggeri e così via. Ma soprattutto la tv di Marano è Simona Ventura, e un rapporto consolidato con la Magnolia di Giorgio Gori, che pure è considerato il produttore più vicino ai Democratici: così si salverà di nuovo anche il reality 'L’Isola dei Famosi'.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Da cinque anni guardo solo Annozero, Report, il tg3 e Parla con me. senza televisione si vive benissimo

Anonimo ha detto...

Chi sa se potremo continuare a vederli?

Anonimo ha detto...

secondo me faranno di tutto per farli fuori. non ci vuole niente a non rinnovare un contratto o a spostare alle 4 di notte in concorrenza alle lezioni a distanza