venerdì 29 febbraio 2008

Liberi di Servire

Oggi il mio blog compie il primo mese di vita.
Volevo ringraziare tutti coloro che hanno visitato questo sito, specialmente l’Associazione Culturale di Nogara(Vr), che mi ha inviato una e-mail tanto inattesa quanto bella, e tutti coloro,conoscenti e non, che hanno lasciato anche un commento ai miei post, , in quanto mi hanno regalato un po’ di felicità, che di questi tempi non è poco avere.

In questa occasione sento la necessità di esporre una breve riflessione sulla situazione politica e sociale dell’Italia. Nel post “Perché resistenza civica?”, spiegavo il motivo di fondo della creazione di questo mio blog, ora cercherò di scendere un po’ più nel dettaglio.
Premesso che non sono un cervellone, ma che non mi ritengo stupido,cercherò di spiegarmi nel modo più chiaro possibile.

Parto dal fatto inconfutabile che la politica deve risolvere i problemi dei cittadini e, possibilmente, non crearne dei nuovi.
È inconfutabile il fatto che la politica ha fallito il suo dovere. Si, è impossibile accontentare tutti, l’operatore del call center e i grandi manager industriali, l’ateo e il Papa, il comunista e il fascista, per farla breve.

Pensavo però che fosse anche impossibile avere miliardi di debito pubblico, tasse elevate per servizi scadenti, infiltrazioni criminali nell’intero panorama politico tranne rare eccezioni, sudditanza dagli Usa anche a 20 anni dalla fine della guerra fredda, oltre a pressioni Vaticane con chissà quali reali obiettivi.
In questo contesto storico si è inserito negli ultimi anni un elemento che a mio avviso ha dato il colpo di grazia al Paese e ai suoi cittadini. L’avvento della Tv commerciale prima e la sua anima trasformata in ideologia politica ha di fatto imposto un pensiero unico accettato dalla stragrande maggioranza della gente. Accettiamo il capitalismo senza concorrenti e fatto con i soldi delle banche, cioè i nostri, accettiamo la schiavitù dei lavoratori figlia di una globalizzazione senza regole, accettiamo la disintegrazione progressiva della natura,cambiamenti climatici evidenti giustificandoci nella limitatezza del nostro agire.
L’esplosione dell’appiattimento culturale che subiamo nelle tv private e pubbliche, che sono in realtà due facce della stessa medaglia, ci ha plagiati pian piano in strumento per il consenso, giustificazione per la mala politica, complici della decadenza socio-culturale italiana.
Le Tv e i mass-media hanno contribuito a sostituire il crollo dell’ideologie con il mito del denaro e piaceri della carne, tramite la spettacolarizzazione della vanità, innalzando a nuovi eroi e idoli figure costruite a tavolino che hanno come unico scopo la rimozione della critica. Si può essere incompetenti in tutto, ma se si è belli o simpatici, hai successo.
Se a ciò aggiungiamo l’odierna inutilità pratica della cultura, abolita da raccomandazioni e incapacità professionale, l’italiano medio di fine millennio e inizio nuovo è lo specchio dei modelli imposti dala società, un lavoratore rassegnato alla sua condizione, che aspira a far parte del mondo che riflette.
Tutto ciò avrebbe fatto indignare i nostri rappresentanti al Parlamento, invece con il passar del tempo anch’essi hanno accettato l’inaccettabile, nascondendo fatti e difendendo il loro status di politico, di qualsiasi colore sia. Non hanno colto il cambiamento sociale di questi ultimi 30 anni, anzi alcuni di loro lo hanno sfruttato a loro vantaggio, e piano piano la distanza tra popolazione e classe dirigente è aumentata a dismisura, aldilà dell’affluenza alle urne pubblicizzate all’infinito da uno dei due candidati Premier.
Tolta la capacità di pensare, di criticare liberamente, assistiamo a oscene visioni e accadimenti rimanendo passivi.Andreotti nonostante sia stato accertato mafioso, per poco non diventava presidente del Senato, va tranquillamente in Tv a parlare del più e del meno come fosse un’autorità, senza che nessuno gli dia giustamente del mafioso. Berlusconi: è stato accertato che ha finanziato per 20 anni la mafia di Riina, corrotto giudici a suo favore, fallito le sue politiche economiche, mente e si contraddice in continuazione, eppure ancora gode di credibilità tra la gente e sta per essere rieletto per la terza volta Presidente del Consiglio. D’Alema, ex comunista, stava comprando una banca con i suoi pupilli e con l’appoggio di Berlusconi e soci, fa ancora il Ministro e per poco non diventava Presidente della Repubblica…
Dov’è finita la capacità di indignarsi? O forse tutto ciò è giusto?

Io non so come ragionano le altre persone, e fo fatica a capirle, viviamo tutti i giorni in un paradosso ma finchè non ci tolgono casa e cibo nessuno si muove.
Penso che non mancherà molto di questo passo…
Aspetto con ansia il momento in cui la gente si rivolterà perché affamata e senza tetto, l’unico concetto che gli italiani capiscono.

giovedì 28 febbraio 2008

Beata Coerenza della Destra...!

Attenuanti attenuate

"Sono garantista nell'anima... Sono per la certezza della pena, sono per togliere le attenuanti, che chi ha commesso un reato deve andare in galera per tutto il periodo della pena. Però non vorrei neanche che queste liste le facessero le procure della Repubblica" (Daniela Santanché, La Destra, 'In mezz'ora', Rai3, 24 febbraio 2008).

"Visto l'articolo 531 Cpp, dichiara non doversi procedere nei confronti di Berlusconi Silvio in ordine al reato di corruzione ascrittogli al capo A) limitatamente al bonifico in data 06-07 marzo 1991 (al giudice Squillante, ndr) perché, qualificato il fatto per l'imputato come violazione degli articoli 319 e 321 C. P. e riconosciute le circostanze attenuanti generiche, lo stesso è estinto per intervenuta prescrizione..." (dal dispositivo della sentenza Sme-Ariosto, Tribunale di Milano, 10 dicembre 2004).

"Ci mancherebbe che Berlusconi non potesse essere candidato premier di questo paese!" (Daniela Santanché, La Destra, 'In Mezz'ora', Rai3, 24 febbraio 2008) (26 febbraio 2008)

mercoledì 27 febbraio 2008

Beppe Grillo al Monnezza Day 1/2

Grillo è stato a Napoli a parlare dei rifiuti. La colpa è dell'Impregilo, la società del nord che doveva smaltire i rifiuti.E non solo loro...

FIDEL CASTRO

Come promesso nel blog sul "Che" vi parlo di Fidel Castro. O meglio: ho preso alcune notizie da www.wikipedia.it.
Fidel a differenza del "Che " non è un mio punto di riferimento, ma non è nemmeno quel mostro comunista che gli americani e buona parte degli italiani pensano che sia.
Per un pò di chiarimento ho ritenuto opportuno far sapere,a chi vuole, la storia della sua vita.

Fidel Alejandro Castro Ruz (Mayarí, 13 agosto 1926[1]) è un politico cubano. È stato primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 all'abolizione della carica avvenuta il 2 dicembre 1976 ed è stato, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008, Presidente del Consiglio di Stato[2] e Presidente del Consiglio dei Ministri.
Castro è stato il leader della rivoluzione cubana contro il regime di Fulgencio Batista e, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci da parte degli Stati Uniti d'America, ha instaurato un governo autoritario legato all'Unione Sovietica, da lui ininterrottamente guidato. Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni geografiche, demografiche ed economiche di Cuba a causa della sua posizione strategica e vicinanza geografica agli Stati Uniti d'America. Castro è una figura controversa: i detrattori lo considerano un dittatore nemico dei diritti umani, mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba.
È noto anche con l'appellativo di Líder máximo, pare attribuitogli quando (il 2 dicembre 1961) dichiarò che Cuba avrebbe adottato il Comunismo in seguito allo Sbarco della Baia dei Porci a sud dell'Avana, un fallito tentativo degli Stati Uniti di rovesciare il governo cubano: nel corso degli anni Castro ha rafforzato la popolarità di quest'appellativo.
La leadership di Castro è rimasta incontestata, grazie al sostegno delle masse dovuto al miglioramento delle condizioni di vita secondo i suoi sostenitori, a causa della coercizione e della repressione secondo i detrattori.
Il 18 febbraio 2008, dopo 49 anni di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri.
I primi anni
Nacque nel villaggio di Birán, già provincia cubana di Oriente (attuale provincia di Holguín), il 13 agosto 1926, da una famiglia di agricoltori benestanti (figlio di Ángel Castro e Lina Ruz).
Nel 1932 Fidel studiò a Santiago de Cuba, inizialmente alla scuola La Salle, un istituto per ragazzi di famiglie benestanti, e poi, dal 1941 al 1945, si trasferì all'Avana, nell'esclusivo collegio dei Gesuiti Belèn.
Nel 1945 si iscrisse alla facoltà di legge dell'Università dell'Avana. Nell'ateneo molto politicizzato, Fidel aderì alla lega antimperialista schierandosi apertamente contro il nuovo presidente cubano, Ramòn Grau.
Nel 1948 sposò Mirta Diaz-Balart, studentessa di filosofia. In viaggio di nozze i due sposi trascorsero un breve periodo negli Stati Uniti.
La resistenza contro Batista
Castro fece praticantato in un piccolo studio associato dal 1950 al 1952. Intendeva candidarsi al parlamento nel 1952 per il "Partito Ortodosso", ma il colpo di stato del Generale Fulgencio Batista rovesciò il governo di Carlos Prio Socarras e portò alla cancellazione delle elezioni. Castro denunciò Batista in tribunale per violazione della costituzione, ma la sua petizione venne rifiutata. In risposta Castro organizzò un disastroso assalto armato alla caserma della Moncada, nella provincia di Oriente, il 26 luglio 1953. Più di ottanta tra gli assalitori vennero uccisi, Castro fu fatto prigioniero, processato e condannato a quindici anni di prigione. Castro utilizzò l'arringa finale del suo caso per il suo famoso "La storia mi assolverà" [3], un discorso appassionato con cui difese le sue azioni spiegando la sua visione politica. Venne rilasciato grazie ad una amnistia generale nel maggio 1955 e andò in esilio in Messico e negli Stati Uniti.
Castro ritornò in patria clandestinamente, con diversi altri esiliati, navigando dal Messico a Cuba su una piccola imbarcazione, il Granma. La prima azione del gruppo, che volle chiamarsi il Movimento del 26 di luglio, si svolse nella provincia di Oriente il 2 dicembre 1956. Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto "Che" Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra, e da lì iniziarono la guerriglia contro il governo di Batista.
Il gruppo di guerriglieri crebbe fino a superare gli 800 uomini. Il 24 maggio 1958, Batista lanciò diciassette battaglioni contro Castro nell'Operazione Verano. Nonostante lo svantaggio numerico, le forze di Castro misero a segno una serie di vittorie, aiutate dalla massiccia diserzione e dalle rese all'interno dell'esercito di Batista. Il capodanno del 1959 Batista lasciò il paese, e le forze di Castro entrarono a L'Avana. Il 5 gennaio del 1959 il professore di legge José Mirò Cardona creò un nuovo governo, con lo stesso come primo ministro e Manuel Urrutia Lleò come presidente. L'8 gennaio 1959 Fidel Castro assunse il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate. Il 13 febbraio 1959 José Mirò Cardona si dimise inaspettatamente dalla sua carica e gli successe Fidel Castro. Il 17 luglio 1959 Osvaldo Dorticós Torrado fu nominato Presidente della Repubblica, carica in cui rimase sino al 1976, sostituito poi da Fidel Castro; divenne successivamente membro del Consiglio di Stato
L'incontro con Giovanni Paolo II
Nel novembre del 1996 Fidel Castro andò a Roma, in occasione dell'Incontro mondiale sull'alimentazione promosso dalla FAO. In quell'occasione andò in Vaticano, per incontrare il Papa Giovanni Paolo II.
Il 21 gennaio del 1998 Giovanni Paolo II contraccambiò la visita ed andò a Cuba. Pochi giorni prima del suo arrivo Castro, per un accordo preesistente, liberò 106 detenuti, che comparivano in una lista di 260 nomi consegnata a Castro dal segretario vaticano Angelo Sodano[4]. Fidel Castro ricevette Giovanni Paolo II con tutti gli onori, e rinunciando per la prima volta alla sua famosa divisa militare, per indossare giacca e cravatta.

Per ulteriori informazioni sulla Politica estera, interna, vari attentati subiti,pena di morte, ecc. consultare www.wikipedia.it

lunedì 25 febbraio 2008

MEMORIAL CALCIOPOLI -PARTE II-

Nelle telefonate intercettate dalla polizia giudiziaria tra il 2004 e 2005 a Moggi, Giraudo e Pairetto, disegnano il ritratyo di una lobby di potere che domina il calcio italiano e ruota intorno al duo Moggi-Giraudo.Attorno a loro ruotano dirigenti federali e arbitrali, arbitri, procuratori legati alla Gea World(quella del figlio di Moggi, Alessandro), giornalisti tv e carta stampata, e perfino politici.
Tra i quali Clemente Mastella(già vice-presidente del Napoli quando Moggi era il direttore sportivo), e tre ministri del governo Berlusconi: Siniscalco(Economia), Pisanu(Interno), Matteoli(Ambiente).
Quanto a Mastella, in una telefonata del 2005 si sente il suo portavoce parlare con Moggi per concordare un’interrogazione parlamentare da presentare contro Ermanno Pieroni, presidente dell’Ancona, che aveva denunciato in tempi non sopetti le trame moggiane.
Moggi detta, l’assistente di Mastella prende nota, e il buon Clemente interroga ed esterna.
Comunicazione Ansa del 9 febbraio 2005:” Trovo poco corretto lanciare accuse, peraltro senza l’onere della prova, attraverso i giornali.il calcio vive una lunga e grave crisi e le insinuazioni contro il direttore generale della Juventus rischiano di infliggere un altro colpo mortale a uno sport sull’orlo del tracollo. I media peccano di eccessivo sensazionalismo”.
L’amicizia tra Moggi e Mastella è tale che alla vigilia delle elezioni politiche del 2006, nel tentavio disperato di ricondurre Mastella alla Casa delle Libertà, Berlusconi gli invierà Moggi in veste di ambasciatore.
Campionato 2004-2005. I bianconeri vanno in fuga. Arbitraggi compiacenti, poche ammonizioni a carico, molti episodi discutibili.
Terza giornata: Sampdoria-Juve 0-3. Partita che finisce nel mirino della magistratura: il primo gol arriva su calcio di rigore in una mischia omerica, l’arbitro Dondarini-uno dei pupilli di Pairetto- pesca il penalty per un contatto del difensore Falcone e Emerson. La panchina s’infuria, rivolta in campo generale. Del Piero segna, poi la Juve dilaga.
Le intercettazioni rivelano che la coppia Moggi-Giraudo e Bergamo –Pairetto, si sarebbero riuniti a cena nella villa torinese dell’amministratore delegato juventino.
Ecco la lista degli arbitri graditi: De Santis, Bertini, Trefoloni, Pieri,Dondarini, Gabriele, Palanca, Racalbuto, Rodomonti, Farina,Cassarà, Dattilo, Cruciani, Ayroldi.
Poco graditi o per niente: Messina e Collina.
Curiosità: nel 2003 dopo un Como-Juve 1-3 l’allenatore Eugenio Fascetti disse riferendosi al giovane arbitro Dattilo: “Ha già capito tutto, farò tanta strada”.