giovedì 17 settembre 2009

Radio Kabul

Certo, mi dispiace.
Sono morti 6 ragazzi vittima di un attentato kamikaze, non può non dispiacermi.
Si, sapevano che rischiavano, lo facevano per soldi, e mille altre critiche possibili.
Ma erano vite umane, giovani.
Magari credevano veramente di migliorare la vita al popolo afgano, e forse ci sono persino riusciti.

Ma non posso nascondere la rabbia e la tristezza per la situazione generale.
I grandi equivoci che non riusciamo a toglierci da dosso:
-missione di pace
-esportare la democrazia.

Almeno si dicano le cose come stanno: è una missione di guerra, magari non di conquista, ma sempre guerra è.

L'idea di esportare la democrazia è una grande scemenza: lo dimostra le elezioni-truffa che hanno riconfermato Karzai.
Il concetto di democrazia è una questione culturale, non puoi insegnarla a colpi di mitra, bombe e carri armati. Deve nascere dal basso, con comportamenti civili e rispettosi.
E soprattutto non puoi dire di esportare la democrazia se hai un passato di esportatore di dittatori(Usa) e un presente di regime mediatico che rievoca molto un certo ventennio...(Italia).

A ciò, inutile dirlo, si aggiunge il fatto che l'Afghanistan è il principale produttore di oppio, che fa gola ai mercati Occidentali.
Altrimenti non si spiegherebbe la nostra presenza in quello stato, e ci si dimentica dei numerovoli dittatori che comandano sovrani in svariate nazioni africane, commettendo persino genocidi come è successo in Rwanda.

Quindi io penso che sia una grande scusa, per nascondere affari illeciti tra le nazioni complici.
Il problema resta, certo, ma il compito di trovare soluzioni alternative a questa, che ha fallito ormai da tempo, è il lavoro dei politici.
Cos'è cambiato da Nassirya a oggi?
Quanti morti dovremo ancora sopportare, parafrasando Bob Dylan?
E non parlo solo dei nostri soldati italiani, ma anche delle vittime afgane, ancora bersaglio persino della Nato...
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/esteri/63120/afghanistan-esplodono-autocisterne-morti.htm

Ma di loro non si parla mai...sono vite di serie B.

martedì 15 settembre 2009

Nessuna novità: dice tutto la sentenza Dell'Utri

Mi permetto di riportare l'ultima parte del "Passaparola" di ieri.

Questo è.. immaginate se oggi qualcuno dicesse queste cose in un’intervista a un giornale: tutti direbbero “ eh, clamorose novità sul caso Dell’Utri /Berlusconi”, in realtà queste cose le hanno scritte i giudici del Tribunale di Palermo nella sentenza che motiva la condanna di Dell’Utri a nove anni, solo che voi non le avete mai lette da nessuna parte, salvo rare eccezioni e quindi oggi ci si immagina chissà cosa dalle novità in materia di mafia e politica, stragi e trattative e non si sa quello che, almeno il Tribunale di Palermo, dopo nove anni di processo, salvo che siano tutti impazziti, ha ritenuto accertato. Adesso, naturalmente, bisognerà vedere come andrà il processo d’appello, ma questo è quello che hanno scritto i giudici di primo grado e, quando leggete che Berlusconi è stato completamente scagionato dalle accuse di mafia, perché non stavano in piedi, non ci crediate perché non è vero niente! Non credeteci - ho detto un congiuntivo che non c’entrava niente, mi scuso - non credeteci, sappiate - qui il congiuntivo ci sta bene - che le sei indagini aperte dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco sono state archiviate non perché non ci fosse niente, anzi: si è stabilito semplicemente, con l’archiviazione, che quelle indagini dovevano essere chiuse perché erano scaduti i termini massimi per le indagini stesse e, in quei termini, non si erano trovati elementi sufficienti per portare Berlusconi a giudizio, non che non era emerso niente, erano emerse un sacco di cose terribili dal punto di vista morale e politico, non bastavano per arrivare a presumere una condanna in sede penale e conseguentemente si è deciso di archiviarle. Archiviare vuole dire mettiamo in freezer in attesa di novità: se arrivano novità scongeliamo, questa è l’archiviazione. Ecco perché Berlusconi ha paura: ha paura che, se arriva qualche novità, possano tirare fuori dal freezer qualcosa che è stato solo archiviato, ossia è lì congelato. Per quanto riguarda invece le indagini sui mandanti esterni, non è vero niente che Berlusconi e Dell’Utri furono archiviati a Firenze a Caltanissetta perché non era emerso nulla a loro carico: anzi, a Firenze, a proposito delle stragi del 93, c’è scritto - lo scrive il G.I.P. che archivia la posizione di Berlusconi e Dell’Utri - che “ i due hanno intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali a cui è riferibile il programma stragista realizzato”, ovvero che avevano dei rapporti con quelli che avevano fatto le stragi. “ Esiste un’obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra, rispetto a alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione”, cioè di Forza Italia, “ articolo 41 bis, legge sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo processuale, asseritamente trascurato nelle leggi dei primi anni 90” e poi, sempre il G.I.P., aggiunge che “ l’ipotesi iniziale, quella di un coinvolgimento di Berlusconi e Dell’Utri nelle stragi del 93 a Milano, Firenze e Roma, ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità”, ma è scaduto il termine massimo per indagare e quindi archiviazione. Lo stesso ha scritto il G.I.P. di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, quando ha archiviato la posizione di Dell’Utri e Berlusconi, che erano stati indagati come possibili mandanti esterni delle stragi di Capaci e Via d’Amelio e Tona ha detto “ gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra e esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati”, ossia dai due indagati Dell’Utri e Berlusconi. “Cioè è di per sé legittima l’ipotesi che, in considerazione del prestigio di Berlusconi e Dell’Utri, essi possano essere stati individuati dagli uomini dell’organizzazione - cioè della mafia - quali eventuali nuovi interlocutori”: anche qui non sono emersi elementi sufficienti per andare a giudizio e quindi congeliamo, archiviamo. Questo c’è scritto, il che non significa che sono stati loro, ma non significa neanche che, se qualcuno intende riprendere in mano quelle vicende e, al momento, non risulta che nessuno abbia chiesto di riaprire le indagini archiviate a carico di Berlusconi e Dell’Utri per strage, commetta una follia: semplicemente si inserirebbe su un supporto che è già stato ampiamente elaborato in quegli anni e, se oggi emergessero delle novità, come dice giustamente Gianfranco Fini, esse andrebbero coltivate, ma ho l’impressione che Berlusconi sia più preoccupato di quello che i fatti finora raccolti lo autorizzino a preoccuparsi; è chiaro che lui è preoccupato, perché probabilmente ne sa più di noi! La prossima settimana uscirà Il Fatto quotidiano, c’è ancora tempo per abbonarsi a prezzi scontati su antefatto.it e lunedì prossimo vi dirò un po’ di nomi di belle firme che abbiamo ingaggiato e che troverete dal 23 settembre su Il Fatto quotidiano. Passate parola!"