sabato 12 aprile 2008

SIAMO ALLA RESA DEI CONTI...

Faccio Outing: queste sono le liste che voterò domani:

MARCHE Lista Senato ITALIA DEI VALORI :

1 BORGHESI GIANFRANCO
2 PERONI CINZIA
3 COLTRINARI ENNIO
4 BAIOCCO LUIGINO
5 PAVONE ANGELA MARIA LOREDANA
6 PUGLIA LUIGI
7 PAGLIALUNGA MARIO
8 FORTE ELENA

Perchè: Prevedendo una vittoria di Berlusconi, spero di complicargli la vita mandando tanti senatori dell' IdV, che non scenderanno a compromessi con la PdL. Questo è il mio auspicio. E' un voto di riconoscenza a Di Pietro per essere l'unico ad essere veramente Antiberlusconiano, e perchè è l'unico che in materia di giustizia e informazione la pensa come me.

MARCHE Lista Camera SINISTRA ARCOBALENO:

1 Lion Marco
2 Brisca ved. Menapace Lidia (detta Lidia Menapace)
3 Maderloni Claudio
4 Capponi Samanta
5 Primavera Daniele
6 Curzi Federica
7 Marchetti Manuela
8 Mascarin Samuele
9 Bonopera Aldina
10 Interlenghi Renzo
11 Amadio Matteo
12 Serafini Giulio
13 Aronne Alessandra
14 Paolinelli Antonio
15 Peroni Francesco
16 Moroni Fiorella

Perchè: D'altra parte io sono sempre stato molto di sinistra, per usare un eufemismo, e solo la presenza di Berlusconi mi costringe a moderare il mio voto.
L'altro grosso problema dell'Italia è il lavoro e la Sinistra Arcobaleno mi sembra abbia le proposte più sensate al riguardo, che in gran parte condivido.

Inoltre non posso pensare che in Italia sparisca una forza politica di Sinistra.
Non voglio mica vivere negli States...!

venerdì 11 aprile 2008

MANGANO: SE UN MAFIOSO DIVENTA EROE

Tratto da http://www.articolo21.info/editoriale.php?id=3488&table=editoriali

di Lirio Abbate

I politici parlano tanto e cercano di raccogliere voti anche negli angoli più sporchi della Sicilia. Sono pronti a tutto. A stringere accordi con la mafia, anche se pubblicamente devono scagliarsi contro Cosa nostra o le altre mafie. Insomma, a parole sono tutti bravi. Molti politici, della legalità, dell’etica e della giustizia però non vogliono saperne nulla, perché sono elementi che non portano voti. La mafia, invece, sì.
Quando Silvio Berlusconi è arrivato in Sicilia domenica 6 aprile, qualcuno gli ha suggerito che era opportuno - per una questione mediatica - che dal palco di Palermo e poi da quello di Catania, qualcosa contro la mafia era opportuno che la dicesse. Al cavaliere questa parola “mafia” non va proprio giù e da tempo non riesce a pronunciarla. Forse per questo ha pensato bene di dire che “tutti i voti al PdL saranno utilizzati contro la criminalità organizzata”, che è molto diversa da Cosa nostra.
Alcune ore dopo, al termine del pranzo, interpellato dai giornalisti che si chiedevano come mai non avesse pronunciato la parola mafia, il cavaliere ha specificato: “Per quanto riguarda la Sicilia, i voti al Pdl saranno usati contro la mafia; nelle altre regioni contro 'ndrangheta, Camorra e Sacra corona unita. Così mi sembra di essere molto chiaro”. Chiarissimo. Anche per i boss.

In Sicilia si vive di segnali, e le parole vengono pesate. E a Berlusconi in passato qualcuno glielo ha spiegato bene. La mafia è mafia proprio perché ha contatti con i politici, altrimenti sarebbe solo “criminalità organizzata”.
Ma l’uscita pubblica del cavaliere in Sicilia sembra non essere piaciuta a qualche suo amico vicino alle cosche. E così, per equilibrare le cose, Marcello Dell’Utri è corso subito ai ripari, parlando contro i collaboratori di giustizia, ricordando che il fattore della villa di Arcore di Silvio Berlusconi, il boss mafioso Vittorio Mangano, era stato “un eroe”. Il messaggio è lanciato. Si corre ai ripari e forse alla chiamate alle armi. Dell’Utri ancora una volta tende una mano a Cosa nostra.
Ma i “picciotti” siciliani sembrano non essere ancora contenti dello sgarbo che è stato loro fatto il 6 aprile e per questo il cavaliere torna a parlare di Mangano, appoggiando ciò che aveva detto il suo consigliere e amico Dell’Utri.
Alla luce di tutto ciò mi chiedo se può mai essere coerente l’atteggiamento di una persona, in questo caso Berlusconi, che prima grida contro le mafie e poi sostiene e difende un capomafia, un sicario delle cosche, un trafficante di droga, un riciclatore.
Si può mai sostenere un leader politico che considera eroe un mafioso, un uomo che si è macchiato le mani del sangue innocente di siciliani assassinati perché vittime di guerre fra clan, che propone per i magistrati test per la salute mentale e si scaglia contro i collaboratori di giustizia? Può mai un politico che si circonda di amici vicini a Cosa nostra, alla ‘ndrangheta, alla camorra, avere la fiducia dei cittadini? Possono le mafie, ancora oggi, dopo l’uccisione di magistrati, esponenti politici, sindacalisti, sacerdoti e giornalisti, avere la meglio sulla democrazia e sostituirsi all’insieme dei fini cui tende un governo, un partito?
Intanto il Meridione soffre e si piega alla supremazia delle mafie e dei collusi con essa. Mentre diversi politici continuano a finanziare le organizzazioni criminali con l’acquisto di cocaina per uso personale.

giovedì 10 aprile 2008

ORGOGLIO MAFIA, ORGOGLIO FASCISTA!!

Berlusconi: "Perizie per i pm"Dell'Utri: "Mangano un eroe"

Il senatore azzurro attacca "il professionismo dell'antimafia"E promette: "Se vince il Pdl riscriveremo la Resistenza sui libri di storia, tutti "da rivedere".

ROMA - Berlusconi chiede "perizie psichiatriche sui pm" e attesta che il Pd è "l'ultimo trasformismo del partito comunista". Ma la vera perla della giornata è un'altra: "Il fattore Vittorio Mangano (ergastolo per mafia e addetto alle scuderie di casa Berlusconi ndr) è un eroe", parola di Marcello Dell'Utri, senatore uscente, candidato e condannato per tentata estorsione.
Che già che c'è se la prende anche con i professionisti dell'antimafia e con i libri di storia, tutti "da rivedere".

Che negli ultimi giorni si sarebbe alzato il tono della campagna elettorale era un dato atteso e acquisito. Un po' meno atteso era che il Cavaliere e il suo staff tornassero a spingere, a quattro giorni dal voto, su argomenti consumati. Ma a pochi giorni dal voto certi messaggi sono cruciali, per chi se li aspetta e per chi deve ancora decidere come votare. Così, a Savona, città del ponente ligure decisiva per l'assegnazione della Liguria, Berlusconi alza il livello di scontro con la magistratura. "Il pubblico accusatore - annuncia col tono di chi promette - dovrebbe essere sottoposto periodicamente a esami che ne attestino la sanità mentale". Insomma, secondo il Berlusconi pensiero, nei tribunale dovrebbero girare meno tabulati di intercettazioni e più psicologi.
Il leader della Pdl riparte dallo stop alla riforma dell'ordinamento giudiziario firmata dall'allora Guardasigilli Roberto Castelli che prevedeva "test psico-attitudinali" per entrare in magistratura. Polemiche feroci, iter parlamentare complesso e pieno di stop&go. Ma alla fine quel test divenne obbligatorio per legge. Una legge mai applicata in verità, perchè cassata prima ancora di entrare in vigore dalle modifiche messe a punto dal governo Prodi.

Ora Berlusconi rilancia. Non solo test, ma un vero esame medico. E non solo all'inizio, ma periodicamente. Una prospettiva che supera anche l'origine prima della questione: il "Piano di rinascita democratica" di Licio Gelli, il gran maestro della P2 che negli anni settanta aveva chiesto l'introduzione di "esami psico-attitudinali preliminari" per le aspiranti toghe.

Il Guardasigilli in carica, l'ex magistrato e presidente del tribunale di Roma Luigi Scotti accusa Berlusconi di "creare sfiducia" e di "recare un danno al paese". Un altro ex pm come il deputato di An Alfredo Mantovano invita invece a non bocciare la cosa per partito preso: "I piloti e molte altre categorie professionali che hanno la responsabilità della vita delle persone sono sottoposti periodicamente a test di verifica del loro equilibrio fisico e psichico".

L'attacco alla magistratura e alla legalità firmato Pdl arriva anche dal web. Sul sito di Klaus Davi, infatti, KlausCondicio, in onda su YouTube il senatore dice la sua sulla lotta alla mafia, sull'allarme della politica e sui pentiti. L'antimafia, commenta Dell'Utri condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e in secondo per tentata estorsione, "è importantissima, ma quando diventa una sorta di brand non è un fatto positivo. Dopotutto, lo aveva già detto Sciascia..." quando inventò la categoria dei professionisti dell'antimafia. L'allarme mafia, aggiunge, "spesso serve ai partiti per coprire la loro mancanza di contenuti". Quanto ai pentiti, poi, Dell'Utri dice di "conoscere quasi tutti i pentiti di mafia, ma oggi faccio fatica a individuarne uno sano, anche se ce ne saranno".
In questo contesto arriva la quasi santificazione di Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore condannato nel 2000 all'ergastolo per associazione mafiosa. "Il fattore Vittorio Mangano, condannato in primo grado all'ergastolo - afferma Dell'Utri - è morto per causa mia. Era malato di cancro quando è entrato in carcere ed è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e il presidente Berlusconi. Se lo avesse fatto, lo avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato. A modo suo è un eroe".

Non finisce qui. Noto bibliofilo, collezionista di testi rari nonchè con velleità pedagogiche (Dell'Utri ha ideato una sorta di scuola di politica per i giovani), il senatore aggiunge anche che "se eletto farà di tutto per avviare la revisione dei libri di storia", a cominciare dal periodo della Resistenza. Appena le agenzie rilanciano il Dell'Utri-pensiero, scattano le reazioni del Pd e della Sinistra, raramente concordi in questa campagna elettorale. Anna Finocchiaro e Rosi Bindi attaccano il senatore che "denigra la resistenza e difende la memoria dei mafiosi". Il verde Angelo Bonelli bolla quelle di Dell'Utri come parole "allucinanti", "fuori dal contesto democratico" e "in contrasto con la Costituzione". Di Pietro ragiona da ex pm e dice: "Quel riconoscimento post mortem nasconde qualcosa d'altro". Un messaggio? Francesco Forgione, presidente della Commissione Antimafia, candidato in Calabria per la Sinistra e chiamato direttamente in causa da Dell'Utri, replica: "Per noi gli eroi possono essere solo le vittime della mafia".

Da http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/verso-elezioni-18/berlusconi-toghe/berlusconi-toghe.html?ref=kwhpt2

mercoledì 9 aprile 2008

BOTTI DI FINE...ELEZIONI

Fortunatamente manca poco alle elezioni. La gara per chi la spara più grossa sta per concludersi. E francamente non vedevo l’ora. La nausea mi stava soffocando anche l’anima. Resisterò questi ultimi giorni? Spero di si…Spero anche che ci risparmino i botti finali, ma dubito…Aboliremo l’Ici!! Ricordate, si? Era solo due anni fa…
Cosa ci toccherà sentire stavolta? Tutto fuorchè il programma concreto.
Io non ne posso più di sentire o leggere cose tipo: l’aperitivo democratico, l’aperitivo della libertà, gli inni del Pd e Pdl, (osceni), rispondere al telefono e sentire la voce registrata di Casini, “Buona sera, Scusi se la disturbo…” Ma Casini, è così che spendi i nostri soldi? Un altro, l’ennesimo, motivo per cui si deve vergognare.
Poi le promesse irrealizabili del Pd di fare la la lotta alla precarietà, salari, cittadini più sicuri.
Belle parole, le solite, di tutti, da sempre. Poi… Di Pietro Ministro Giustizia? No.
Abolire la Legge 30(denominata vigliaccamente Biagi)? No. Abolire le leggi vergogna? BO! Alcune fanno comodo agli ex Ds(leggi D’Alema), sarà difficile…E non mi dilungo.

Dall’altra parte si ride per non piangere…Compro Alitalia! No, la comprano i miei figli! No, La comprano una cordata di imprenditori! No, un’altra cordata di imprenditori e banche, già pronte! No, Dopo le elezioni dirò i nomi! Silenzio. Compro Ronaldinho!! E i milanisti abboccano! E lo votano, specie se sabato sera batte la Juve! Anche Ronaldinho è nel programma del Pdl?Forse si…

Intanto ci pensa Bossi con i suoi fucili metaforici a dettar legge: O ministro o secessione! Piccolo riassunto del Bossi –pensiero: Non ho problemi di salute, come aveva detto Silvio, ma posso anche rinunciare alla poltrona di ministro, posso fare anche lo scrivano, comunque, Borghezio, te continua a dire che se non farò il ministro ci sarà la secessione, io se parlo di fucili non mi credono più…

Fini, il mio caro ex fascista, ex Alleanza Nazionale, Ex mi faccio bello perche sono coerente, dopo aver partecipato alle comiche finali di Berlusconi, si auspica la scomparsa della sinistra in Italia. Forse la pensa come i suoi nuovi amici, meglio mafioso che comunista, o socialista. Meglio ladro che giudice… a proposito, chissa quali saranno le domande per stabilire se un Pubblico Ministero(l’accusa in un processo) è sano mentalmente??

Infatti ieri si è riso ancora, come ai vecchi tempi: Ai Pm test per sanità mentale!! Ahaha!! Da che pulpito, Silvio mio!! Però scegli: o antropologicamente diversi dal resto della razza umana, o malati di mente! Quale insulto preferisci? Ma forse le tue parole sono state doppiate da un comunista, non hai mai detto così, vero? O forse volevi dire un’altra cosa, come tuo solito. Si si, una battuta, come dare del Kapo nazista a un parlamentare europeo, o dire che i parlamentari europei sono dei turisti della democrazia, magari non fa molto ridere, ma te sei un comico di alto livello, la plebe non capisce le tue battute così fine ed elaborate. Perdonateci della nostra ignoranza, o sire…!!

Questo è l’atteggiamento che piace al nostro futuro Premier, perché finirà così, non credo a inciuci, o grandi coalizioni,perlomeno nell’immediato, quindi prepariamoci a servirlo in tutto e per tutto, molti hanno già cominciato da tempo, la gente è già assuefatta, il colpo di grazia sta per arrivare.
Quale può essere il Colpo Finale? Per me la revisione della costituzione, una Repubblica Presidenziale(e chi sarà mai presidente…?), una sola camera, Magistrati nominati dai politici, applicazione legge Bavaglio-Mastella ai giornali. Penso possa bastare: Controllo totale delle istituzioni, media, e magistratura nelle mani di una sola persona(scusate l’eufemismo). Licio Gelli esulta, la P2 è ora realtà affermata!!

martedì 8 aprile 2008

MEMORIAL 'CALCIOPOLI' - "SODALIZIO CRIMINALE" Parte II

Per cause di forze maggiori ieri non ho potuto aggiornare la rubrica ‘Memorial Calciopoli’. Rimedio subito scrivendolo oggi. Poi ritornerà ogni lunedi, come consuetudine.
Riprendo dal rapporto dei carabinieri lasciato a metà nell’ultimo post.

…Proprio su tale ultima considerazione si incentrano le indagini effettuate nella direzione del controllo mediatico da parte dell’organizzazione facente capo a Moggi, dove accanto agli organici Baldas e Biscardi, si inseriscono numerosi e prezzolati appartenenti alla carta stampata e tv sportiva in grado di svolgere – a ragion veduta – una fondamentale funzione di contraltare mediatico ogni qual volta l’opinione pubblica viene scossa da eventi macroscopicamente a favore del sodalizio.
Le indagini condotte e le rilevanti acquisizioni probatorie consentono in definitiva di disvelare in modo inequivocabile gli elementi caratterizzanti la solida struttura associativa – ormai da anni operante incontrastata proprio grazie all’organicità con i massimi livelli istituzionali del calcio italiano- organizzata e promossa da Luciano Moggi (dal 1994 nell’incarico di direttore generale della società di calcio della Juventus) con l’incontrastata affermazione dei propri interessi di potere e di denaro e in grado si superare ogni tipo di resistenza e eludere ogni indagine investigativa – sia essa amministrativa che penale – grazie all’allarmante complicità dimostrata da numerosi appartenenti alle forze di polizia che addirittura si prodigano al fine di preservare il sodalizio da ogni iniziativa attivata.
Questo aspetto sopra richiamato costituisce uno dei fondamentali tentacoli della ‘piovra moggiana’, costantemente alimentato da una rete di cointeresse e connivenze che raggiungono i vertivi della sicurezza nazionale. In definitiva, il presente elaborato, pur nella complessità delle vicende narrate, è stato strutturato con il fine di rendere il più possibile intellegibili i caratteri peculiari e gli ambiti attraverso i quali il sodalizio in questione opera e prolifera in tutta la sua allarmante capacità criminale, realizzando quel sistema di condizionamento che da anni soffoca il calcio italiano ai massimi livelli, privandolo delle necessarie esigenze di trasparenza amministrativa e sportiva.
La gravità dei comportamenti illeciti va, poi, proiettata nella dimensione del fenomeno calcistica con tutte le sue implicazioni nella vita economica e istituzionale del Paese e soprattutto con i riflessi sulle rilevantissime risorse finanziarie- anche di provenienza pubblica(Figc-Coni)- che ruotano attorno alla massima serie del campionato di calcio”.

Nel rapporto dei carabinieri sono citate decine e decine di intercettazioni telefoniche con protagonista Luciano Moggi e tutta la “piovra moggiana”: dal suo sodale Giraudo, agli arbitri compiacenti, ai giornalisti suoi amiconi. Telefonate che permettono di vedere il mondo del calcio italiano quale realmente è stato per anni: un colossale imbroglio.
Nelle intercettazioni telefoniche c’è di tutto. C’è il conflitto di interessi di Alessandro Moggi, che con la sua Gea smista giocatori amorevolmente aiutato e consigliato da Lucianone nella sua tripla veste di genitore, direttore generale della Juventus e padrone del mercato. C’è il sodalizio moggiano con i designatori arbitrali: da un lato Pierluigi Pairetto, che Lucianone al telefono chiama ‘Pinochet’: dall’altro Paolo Bergamo, detto ‘Atalanta’. Ci sono le istituzioni, la Figc e l’Uefa, piegate a interessi di parte: per sistemare gli amici e soprattutto per godere di arbitri disponibili, in campionato(sorteggio parziale con le ‘griglie’ e le 'palline truccate’) e in Champions League(designazione diretta). C’è perfino il folklore, se lo si vuole chiamare così: Lucianone chiama il giornalista Aldo Biscardi(“amore”, “angelo”) il quale gli rinfaccia una scommessa vinta e mai pagata; allora Lucianone gli rinfresca la memoria: “Ti ho dato già un orologio da quaranta milioni…”
Il sistema Moggi è illustrato da migliaia di intecettazioni. Il figlio Alessandro discute col padre del destino di giocatori come Cristiano Zaneti, Galante, Chiellini, Zalayeta, Salas, Jankulovski, ma anche dei procuratori Terraneo e Perinetti. Moggi junior offre a Moggi senior il laziale Liverani, ma per Lucianone “è troppo lento”, mentre “per Baiocco si potrebbe vedere”. Padre e figlio il 28 agosto parlano della trattativa per Miccoli con la Lazio. Lucianone: “Io a Lotito(presidente della Lazio) gli ho chiesto 10 milioni e lui mi ha detto 5, no? Tu gli devi dire: guarda che io posso convincere mio padre a farlo a 7,5… Fagli un po’ di storie all’inizio”. Alessandro Moggi, che gestisce Miccoli, prende nota, ma il giocatore fa le bizze. Allora Lucianone chiama un suo amico perché dica a Miccoli “di fare meno lo stupido, altrimenti non lo faccio chiamare in Nazionale, così gli metto giudizio, perché in Nazionale ce l’ho mandato io!”

Continua…