martedì 8 aprile 2008

MEMORIAL 'CALCIOPOLI' - "SODALIZIO CRIMINALE" Parte II

Per cause di forze maggiori ieri non ho potuto aggiornare la rubrica ‘Memorial Calciopoli’. Rimedio subito scrivendolo oggi. Poi ritornerà ogni lunedi, come consuetudine.
Riprendo dal rapporto dei carabinieri lasciato a metà nell’ultimo post.

…Proprio su tale ultima considerazione si incentrano le indagini effettuate nella direzione del controllo mediatico da parte dell’organizzazione facente capo a Moggi, dove accanto agli organici Baldas e Biscardi, si inseriscono numerosi e prezzolati appartenenti alla carta stampata e tv sportiva in grado di svolgere – a ragion veduta – una fondamentale funzione di contraltare mediatico ogni qual volta l’opinione pubblica viene scossa da eventi macroscopicamente a favore del sodalizio.
Le indagini condotte e le rilevanti acquisizioni probatorie consentono in definitiva di disvelare in modo inequivocabile gli elementi caratterizzanti la solida struttura associativa – ormai da anni operante incontrastata proprio grazie all’organicità con i massimi livelli istituzionali del calcio italiano- organizzata e promossa da Luciano Moggi (dal 1994 nell’incarico di direttore generale della società di calcio della Juventus) con l’incontrastata affermazione dei propri interessi di potere e di denaro e in grado si superare ogni tipo di resistenza e eludere ogni indagine investigativa – sia essa amministrativa che penale – grazie all’allarmante complicità dimostrata da numerosi appartenenti alle forze di polizia che addirittura si prodigano al fine di preservare il sodalizio da ogni iniziativa attivata.
Questo aspetto sopra richiamato costituisce uno dei fondamentali tentacoli della ‘piovra moggiana’, costantemente alimentato da una rete di cointeresse e connivenze che raggiungono i vertivi della sicurezza nazionale. In definitiva, il presente elaborato, pur nella complessità delle vicende narrate, è stato strutturato con il fine di rendere il più possibile intellegibili i caratteri peculiari e gli ambiti attraverso i quali il sodalizio in questione opera e prolifera in tutta la sua allarmante capacità criminale, realizzando quel sistema di condizionamento che da anni soffoca il calcio italiano ai massimi livelli, privandolo delle necessarie esigenze di trasparenza amministrativa e sportiva.
La gravità dei comportamenti illeciti va, poi, proiettata nella dimensione del fenomeno calcistica con tutte le sue implicazioni nella vita economica e istituzionale del Paese e soprattutto con i riflessi sulle rilevantissime risorse finanziarie- anche di provenienza pubblica(Figc-Coni)- che ruotano attorno alla massima serie del campionato di calcio”.

Nel rapporto dei carabinieri sono citate decine e decine di intercettazioni telefoniche con protagonista Luciano Moggi e tutta la “piovra moggiana”: dal suo sodale Giraudo, agli arbitri compiacenti, ai giornalisti suoi amiconi. Telefonate che permettono di vedere il mondo del calcio italiano quale realmente è stato per anni: un colossale imbroglio.
Nelle intercettazioni telefoniche c’è di tutto. C’è il conflitto di interessi di Alessandro Moggi, che con la sua Gea smista giocatori amorevolmente aiutato e consigliato da Lucianone nella sua tripla veste di genitore, direttore generale della Juventus e padrone del mercato. C’è il sodalizio moggiano con i designatori arbitrali: da un lato Pierluigi Pairetto, che Lucianone al telefono chiama ‘Pinochet’: dall’altro Paolo Bergamo, detto ‘Atalanta’. Ci sono le istituzioni, la Figc e l’Uefa, piegate a interessi di parte: per sistemare gli amici e soprattutto per godere di arbitri disponibili, in campionato(sorteggio parziale con le ‘griglie’ e le 'palline truccate’) e in Champions League(designazione diretta). C’è perfino il folklore, se lo si vuole chiamare così: Lucianone chiama il giornalista Aldo Biscardi(“amore”, “angelo”) il quale gli rinfaccia una scommessa vinta e mai pagata; allora Lucianone gli rinfresca la memoria: “Ti ho dato già un orologio da quaranta milioni…”
Il sistema Moggi è illustrato da migliaia di intecettazioni. Il figlio Alessandro discute col padre del destino di giocatori come Cristiano Zaneti, Galante, Chiellini, Zalayeta, Salas, Jankulovski, ma anche dei procuratori Terraneo e Perinetti. Moggi junior offre a Moggi senior il laziale Liverani, ma per Lucianone “è troppo lento”, mentre “per Baiocco si potrebbe vedere”. Padre e figlio il 28 agosto parlano della trattativa per Miccoli con la Lazio. Lucianone: “Io a Lotito(presidente della Lazio) gli ho chiesto 10 milioni e lui mi ha detto 5, no? Tu gli devi dire: guarda che io posso convincere mio padre a farlo a 7,5… Fagli un po’ di storie all’inizio”. Alessandro Moggi, che gestisce Miccoli, prende nota, ma il giocatore fa le bizze. Allora Lucianone chiama un suo amico perché dica a Miccoli “di fare meno lo stupido, altrimenti non lo faccio chiamare in Nazionale, così gli metto giudizio, perché in Nazionale ce l’ho mandato io!”

Continua…

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