venerdì 21 novembre 2008

La Banda Parmalt: Forza Latte - Parte II -

Il Procuratore Zincani " a questo punto mostra all'indagato i grafici realizzati sulla dislocazione della pubblicità Parmalat dal 1997 al 2003 da cui risulta un andamento significativo di spostamenti ingenti di quote pubblicitarie in favore di Publitalia soprattutto nel 1995, nel 1997 e in modo vertiginoso dal 1999 in poi".
Ma Barilli non fa marcia indietro. E sostiene che tutto questo è avvenuto per volontà dell'agenzia di gestione media cui Parmalat si rivolgeva per effettuare i suoi investimenti: "Utilizzavamo la Mind Share la quale per sua decisione ripartiva automaticamente la pubblicità sulle reti Mediaset al 70% ed al 30% sulla Rai. La presenza di queste agenzie era da noi accettata come intermediazione".

Zincani insiste. E fa presente a Barilli che "nella fatturazione non si trova menzione di questi intermediari e che non sono stati rinvenuti contratti relativi a questi rapporti". Poi, documenti alla mano, dimostra che la Sipra, proprio come racconta Tanzi, concedeva a Parmalat sconti molto più alti rispetto a quelli praticati da Publitalia. Barilli è irremovibile:
"Prendo atto che anche con riferimento agli sconti emerge dalle proiezioni contabili una netta preferenza per Publitalia, posto che secondo le tabelle da voi redatte lo sconto medio percentuale negli anni 2000 e 2001 sarebbe rispettivamente del 37 e del 33 per cento per Publitalia e del 57.63 e del 62.87 per la Sipra. Il dato è molto suggestivo, ma a mio avviso va approfondito poichè il sistema degli sconti è molto complesso. Esso consiste nell'abbassare i prezzi di tariffa per quegli orari, quei programmi e quei periodi dell'anno in cui si registra un minore ascolto. In questo caso le reti televisive propongono di mantenere il numero di spot programmati scontando il prezzo inizialmente pattuito. Quando invece un programma è di massimo ascolto si paga il prezzo quasi pieno".
Zincani è perplesso. Infatti, nella richiesta di archiviazione, scrive: "Resta il fatto che il gruppo Parmalat ha progressivamente dislocato quote crescenti di pubblicità a favore delle reti Mediaset a discapito di quelle Rai. Tali trasferimenti iniziano a partire dal 1995 e divengono particolarmente evidenti negli anni 2000-2003, Gli stessi sconti praticati da Publitalia sono risultati largamente inferiori a quelli praticati da Sipra. Lo scostamento è tale da apparire a un sommario esame poco comprensibile sulla base di semplici ragioni commerciali".

Ma tutto questo non gli basta per chiedere il processo:" Le conclusioni che se ne traggono non permettono tuttavia di ritenere provate le responsabilità di Barilli per il reato di illecito finanziamento. Se, infatti, le dichiarazioni di Callisto Tanzi sulla decisione di favorire le reti Mediaset hanno trovato riscontro oggettivo nei grafici sull'andamento della spesa pubblicitaria, oltre che riscontro soggettivo nelle stesse dichiarazioni di Barilli, il quale ha detto di non escludere che si fosse parlato, appunto, di favorire Publitalia, ciò non dimostra che si tratti di finanziamento indiretto alla formazione politica Forza Italia".

In ogni caso Zincani decide di non ascoltare nè Berlusconi nè Dell'Utri. Nè tantomeno di disporre un confronto tra Tanzi e il Presidente del Consiglio. La questione Publitalia viene trasmessa per competenza a Milano. E agli atti restano finanziamenti regolarmente registrati nei bilanci di Forza Italia provenienti da 4 diverse società del gruppo Parmalat: 400 milioni di lire nel 2001.
Anche qui però non mancano le sorprese. La legge prevede che chi eroga denaro ai partiti debba far deliberare il versamento dagli organi societari. Le società di Tanzi non l'hanno fatto pur iscrivendo le donazioni a bilancio. Da questo punto di vista i finanziamenti sono quindi illegali. Ma le possibili conseguenze non ricadono sul partito di Berlusconi. Scrive a questo proposito la Procura di Parma:
"Il principio della buona fede impone che siano considerati leciti i finanziamenti percepiti, non essendo possibile ricavare dalla norma di legge un ulteriore dovere di controllo circa l'avvenuta regolare deliberazione da parte degli organi societari in capo al percettore delle somme, pur restando penalmente perseguibile l'illecita erogazione".

Al di là di queste questioni squisitamente giuricdiche, resta il fatto che Berlusconi e Forza Italia facevano parte a pieno titolo della lobby messa in piedi da Tanzi per proteggere il gruppo. E infatti il Gran Lattaio ammette di essersi rivolto al premier nel 2003 per tentare di allontanare lo spettro del crac. Lo fa davanti ai pm di Milano il 27 gannio del 2004.

"L'Ufficio chiede al sig. Tanzi se risponde a verità quanto affermato dal figlio Stefano nel corso di un interrogatorio effettuato il 26 gennaio 2004, in ordine ad un recente incontro con il Presidente del Consiglio.
Risposta: Effetivamente telefonai a Berlusconi per chiedergli un incontro a Roma per verificare la possibilità di un intervento o del governo e suo personale in aiuto alla crisi del mio gruppo. Berlusconi mi ha ricevuto a palazzo Grazioli vicino a piazza Venezia a Roma, dove mi sono recato insieme a mio figlio Stefano, verso la fine di novembre 2003. L'inocntro è stato cordiale. Io ho detto a Berlusconi che stavamo attraversando un momento molto brutto, che stavamo in"piena bufera" e che avevamo bisogno del suo intervento presso le banche e presso la Consob che stava facendo troppe domande che poi venivano rese pubbliche.
Non ho parlato, come avrebbe voluto mio figlio, dell'esatta entità e della estrema gravità della situazione finanziaria. Berlusconi mi ha detto che sulle banche poteva "fare poco", mentre invece avrebbe telefonato alla Consob.
L'incontro è terminato poi rapidamente per i suoi impegni dopo aver fatto due chiacchiere sul calcio. Devo precisare che la'iuto di Berlusconi e/o del governosulle banche era la prima volta che veniva da me richiesto mentre, in precedenza, mi sembra verso settembre, avevo telefonato a Letta per chiedergli di intervenire sulla Consob. Devo aggiungere che in occasione di un incontro che ho avuto in Consob insieme all'avv.Tracanella successivamente alla nomina di Bondi, ho potuto constatare che la Consob mi ha trattato con gentilezza e mi ha dato tempo per chiarire gli aspetti della vicenda Parmalat
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