lunedì 31 marzo 2008

MEMORIAL 'CALCIOPOLI' - "SODALIZIO CRIMINALE"

Indagando sulle attività criminali della camorra, i cui tentacoli arrivano fino al calcio con il racket del totonero, la magistratura napoletana nell’estate del 2004 affida al Nucleo operativo dei carabinieri di Roma una serie di investigazioni, comprensive di intercettazioni telefoniche.
L’investigazione si conclude nell’aprile 2005, con un esplosivo rapporto che i carabinieri mandano ai magistrati napoletani Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Il documento si apre con queste parole:

“Il presente elaborato costituisce il compendio delle risultanze investigative, raccolte fino all’inizio del corrente anno, caratterizzanti il sodalizio criminale facente capo a Luciano Moggi e dedito alla perpetrazione di una molteplicità di reati tutti finalizzati al raggiungimento di una posizione di assoluto dominio e controllo dell’intero sistema dello sport calcistico, inteso sia in termini di struttura istituzionale della Figc che di struttura gestionale, finanziaria e soprattutto sportiva.
L’organizzazione, avvalendosi di una strategia essenzialmente poggiata sui ricatti, violenze psicologiche e soprattutto connivenze di ogni genere, è in grado di contraddistinguersi per le peculiari e inquietanti capacità di pressione diretta e costante al fine di incidere sul regolare e democratico processo elettivo delle massime cariche istituzionali(Figc e Lnp) nonché condizionare il regolare svolgimento del campionato di calcio professionistico, con il dichiarato intento di mantenere il livello di potere e di capacità finanziaria il più a lungo possibile nelle proprie mani.
La conseguente posizione dominante-raggiunta in modo oggettivo attraverso un allarmante conflitto di interessi- è esercitata sia nei confronti dei protagonisti dello spettacolo calcistico-i calciatori- attraverso un ramificato controllo che ne condiziona la vita professionale(trasferimenti, carriere, ingaggi, e altro), sia nei confronti delle società di calcio professionistico attraverso il controllo dei gangli vitali delle strutture(sono numerose, come si analizzerà compiutamente, le società che di fatto sono riconducibili a livello manageriale all’organizzazione criminale del Moggi).
Naturlalmente una simile capacità di gestione non può prescindere dal completo controllo del ‘palazzo’ inteso come Federazione calcistica: in tale ambito le indagini consentono di svelare una straordinaria rete di connivenze ai più alti livelli che-da sole- basterebbero a giustificare il gradio di potere raggiunto nel tempo stesso dallo stesso Moggi e dai suoi sodali.
Da ultimo, ma non certo per importanza, l’organizzazione evidenzia una straordinaria capacità di controllo del potere arbitrale, attraverso l’organica connivenza dei vertici del settore ed è in grado di condizionare il libero esercizio. (…)
Il dato devastante che viene prodotto è davanti agli occhi della stessa opinione pubblica che assiste con particolare interesse agli eventi, inconsapevole spettatrice di determinazioni operate non dalla casualità del ‘pallone rotondo’ bensì dalla sagace e tracottante premeditazione dei ‘signori’ del calcio italiano.

Continua…

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