mercoledì 14 ottobre 2009

La mia Resistenza

Potrà sembrare superfluo il discorso che sto per fare, ma vista l'escalation di violenza, che va di pari passo con l'ignoranza, che colpisce l'Italia preferisco mettere i puntini sulle i...
Quindi spiegherò un concetto che per me è ovvio, ma è meglio essere sicuri.

Sono fortemente contrario ad ogni uso della forza per raggiungere un obiettivo.
Essa è necessaria solamente se si vive in un contesto militarizzato.

Per esempio: nella Unione Sovietica dello Zar è stato necessario intervenire con la forza per ottenere la sua caduta, la famosa Rivoluzione d'ottobre, anche se poi la libertà sognata dal popolo è stata tradita attraverso l'esecuzione del potere acquisito dai vari leader comunisti.
Contro i soldati dello Zar l'unico modo per sconfiggere la tirannia era, comunque, la rivoluzione armata.

Oppure Che Guevara e Fidel Castro contro la dittatura di Batista: senza quello sparuto gruppo di eroi che hanno dato la vita per salvare il popolo cubano attraverso azioni di guerriglia Batista sarebbe rimasto a soprimere per molti anni i cubani.
Poi anche in questo caso la gestione del potere ha mostrato molte lacune.


In entrambi i casi definisco queste rivoluzioni delle resistenze armate, necessarie quindi solo in presenza di armi e militari da parte dell'oppressore.

Cos'è quindi una Resistenza Civica?

E' quella Resistenza che si oppone non alle armi capaci di uccidere fisicamente la persona, ma a quelle armi di distrazione di massa che uccidono la mente e l'anima della gente.

Anni fa pensavo potesse bastare una rivoluzione culturale, basata sulla negazione del materialismo e una forte riforma della scuola in chiave umanistica.
Poi pensai che se il '68 e il '77 son falliti, perlomeno nelle loro utopie maggiori, un motivo ci doveva essere.
Non voglio farel'analisi qui anche perchè non sono preparatissimo nell'argomento in quanto penso che per comprendere appieno quei periodi avrei dovuto viverli.

Con il passare degli anni gli italiani hanno perso quelle piccole dosi di civiltà e moralità che ancora avevamo. Attraverso il bombardamento mediatico di nuovi valori estremamente immorali e la caduta delle ideologie manicheistiche, l'italiano ha accettato il suo destino e ha sostituito le sue resiue doti morali e civiche in furbizie e vigliaccherie.

Ora un'idea non basta più. La cultura è insufficiente per combattere la nuova società.
Senza l'apporto di una solida base civica e morale è inutile.
E quese doti si stanno perdendo e continuano a svanire col tempo.

Quindi dobbiamo rispondere alla inciviltà e indifferenza della società del nuovo millennio non con atti di violenza e armi come nel passato, ma attraverso un costante impegno civile e concreti atti morali, che inevitabilmente saranno considerati impopolari e controproducenti.

Questa è la mia ResistenzaCivica, spero sia anche la vostra.

Nessun commento: