mercoledì 30 aprile 2008

Schifani: Da Corleone a Palazzo Madama - Parte II-

Dopo la scarcerazione di Nicola, Nino Mandalà e La Loggia si incontrano ad un congresso di Forza Italia.
La Loggia:"Nino, io sai per questo incidente di tuo figlio..."
Mandalà: " Senti una cosa, tu mi devi fare la cortesia, pezzo di merda che sei, di non permetterti più di rivolgermi la parola."
L: "Ma Nino, ma è mai possibile che tu mi tratti così?"
M: "E perchè, come ti devo trattare? Perchè non è possibile spiegarmelo...chi sei?"
L: "No, ma io non dico questo, ma i nostri rapporti..."
M: " Ma quali rapporti..."
L: "Senti possiamo fare una cosa, ne possiamo parlare in ufficio da me?"
M: "Si, perchè no..."
Nello studio: M: "Senti, mi devi fare una cortesia, tu a me non mi devi cervare più, tu devi dimenticarti che esisto perchè la prossima volta che tu ti arrischi a cercarmi e siamo soli, io siccome sono mafioso, io ti (parola incomprensibile nella registrazione) hai capito! Perchè io sono mafioso, come tuo padre purtroppo, perchè io con tuo padre me ne andavo a cercargli i voti da Turiddu Malta che era il capo della mafia di Vallelunga. Tuo padre che era(parola incomprensibile) e lo poteva dire. Ora lui non c'è più, ma lo posso dire io che tuo padre era mafioso". E lui si è messo a piangere.
"Mi rovini", ha detto.
" E perchè?", gli ho risposto, "Io non sono un pezzo di merda come a te che ti rovino. L'ho fatto per dirti che tu hai la coda di paglia come gli altri e fai tutto...tutto...ma lo devi fare con gli altri...ti devi vestire dei panni... ma non con me, stronzo che sei. Non sai io da dove vengo e cosa ero con tuo padre. che cornuto vai dicendo. Tuo padre chi era? e mi dici a me...".
Simone Castello commenta caustico: "Qua c'è gentaglia"
Nino: "Lui si è messo a piangere, ma non si è messo a piangere perchè era mortificato, si è messo a piangere per la paura. Siccome gli ho detto "ora lo racconto che tuo padre veniva a raccogliere con me da Turiddu Malta" e l'ho fatto proprio per farlo spaventare, per impaurirlo, per fargli male, 'sto cretino, minchia, ha pensato che io andassi veramente a far una cosa del genere. Vedi quanto è cornuto e senza onore, pensava che io lo andassi a rovinare..."
Castello: "No! ma quanto è cretino..."
Nino: "Figurati che diceva piangendo 'mi rovini, mi rovini'!
C: "E questo è il senatore di Forza Italia"
N: "E' il presidente dei senatori di Forza Italia"
C: "Il fatto è, Nino, che sono tutti mezze tacche."
C: "Miccichè mezza tacca. Questo Giudice meno di mezza tacca, Dore Misuraca non ne parliamo...Meschini, meschini, non solo in Forza Italia, negli altri partiti sono pure gli stessi". [...]

Da un certo punto di vista l'astio dell'avvocato Mandalà è comprensibile.
Lui, Schifani e La Loggia li aveva sempre considerati degli amici, tanto che erano stati tra gli ospiti importanti del suo secondo matrimonio, avvenuto nei primi anni Ottanta. A quell'epoca Mandalà era appena rientrato in Sicilia da Bologna, dove lavorava nel mondo delle concessionarie d'auto e dove anche suo figlio Nicola era nato. Con loro aveva fondato la Sicula Brokers, una strana società in cui i futuri leader di Forza Italia sedevano fianco a fianco di imprenditori in odor di mafia e boss di Cosa Nostra.
A scorrere le pagine ingiallite di quei documenti societari c'è da rimanere a bocca aperta: La Sicula Brokers viene creata nel 1979 e tra i soci, accanto a Mandalà, La Loggia, Schifani, compaioni i nomi dell'ingegnere Benny D'Agostinpo, il titolare delle più grandi imprese di costruzioni marittime italiane, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, e di Giuseppe Lombardo, l'amministratore delle società di Nino e Ignazio Salvo, i re delle esattorie siciliane arrestati nel 1984 da Giovanni Falcone perchè capi della famiglia mafiosa di Salemi.

La Sicula Brokers è insomma una società simbolo di quella zona grigia nella quale, per anni, borghesia e boss hanno fatto affari.

Continua...

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