lunedì 10 marzo 2008

MEMORIAL "CALCIOPOLI" PARTE IV

La Juventus e il Doping.

La Juve viene condaNnata in primo grado nel processo per doping: 1 anno e 10 mesi per frode sportiva al medico Agricola, assoluzione per insufficienza di prove per l’amministratore delegato Giraudo. Processo silenziato dai media, nessuno ne parla, abbiamo visto come Moggi abbia il controllo dell’informazione sportiva.
Nel dicembre 2005 la Juve strappa l’assoluzione in appello.
Motivazioni: secondo i giudici d’appello, l’abuso di farmaci con finalità dopante è accertato, ma la legge 401 del 1989 sulla frode sportiva è “non troppo accurata”e “poco chiara”: non si applica esplicitamente ai casi di doping, ma solo ai fatti corruttivi, per es. calcio-scommesse e compravendita delle partite. Solo dal 2000 , con la legge antidoping, questi comportamenti sono puniti anche penalmente.
Dunque grazie a questo vuoto legislativo, i reati accertati non sono punibili.
Quanto all’uso dell’eritropoietina su diversi giocatori, ritenuta provata dal giudice di primo grado Casalbore, basandosi sulla perizia del’ematologo D’Onofrio, la Corte d’Appello non la ritiene dimostrato: la perizia, secondo i giudici d’appello, è stata “enfatizzata in senso accusatorio” dal giudice Casalbore.
Quanto infine all’accusa di somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute dei calciatori, essa “non costituisce reato” perché gli atleti “non erano ignari burattini” ingannati dalla Juve, “ gli atleti erano informati, magari in modo non perfetto, e accettavano consapevolmente di prendere parte a una parte censurabile ma comune”.

Dal punto di vista della slealtà sportiva, anche le 130 pagine delle motivazioni della sentenza assolutoria suonano come campane a morto per la società bianconera:
“Non vi è dubbio che la condotta contestata con riferimento alle specialità medicinali non espressamente vietate venne posta in essere nei confronti dei giocatori della Juventus: è ampiamente provato agli atti del processo che nel 1994-1998 la somministrazione dei farmaci in questione avvenne realmente e fu realizzata spesso con con modalità off label, ossia al di fuori del contesto autorizzativo del Ministero della Salute, cioè in forme non consentite.”
Il tutto non per iniziativa del solo Agricola, ma anche dell’amministratore delegato Giraudo(assolto in primo grado per insufficienza di prove e in appello solo perché, invece, la legge ancora non puniva questi fatti):
“ Non vi è dubbio che contro il Dr. Giraudo militano molteplici dati di valutazione, pur indiretti.
È pacifico che non si è interessato esclusivamente della gestione finanziaria della compagine, ma ha costantemente seguito le sorti della Juventus anche sotto il profilo agonistico. Alla Juve la somministrazione off label dei medicinali rappresentò un fenonmeno non sporadico, ma una pratica purtroppo molto diffusa nel calcio italiano”.
Agricola insomma agì “in una gestione societaria” basata su “una strategia allargata, che coinvolse non solo il medico sociale, ma anche l’amministratore delegato”.

La parte più debole della sentenza riguarda l’Epo: secondo i giudici d’appello la perizia di D’Onofrio dimostra “al più un sospetto” di uso di questa terribile sostanza, non la certezza necessaria per condannare. Poi, aggiungono, “dal 1994 al 1998 e successivamente non venne riscontrato alcun caso di positività a sostanze dopanti in nessun giocatore in forza alla Juventus”.
Qui i giudici dimenticano che, prima del ’98, il laboratorio dell'Acquacetosa era un colabrodo, non cercava né gli anabolizzanti né tantomeno l’Epo, tant’è che fu chiuso dal Coni e sostituito per due anni da centri stranieri; e dopo il ’98 almeno una positività ci fu: quella di Edgar Davids.

Questa sentenza assolutoria(provvisoria, in vista della Cassazione), passa sui media come se gli imputati avessero vinto la Coppa dei Campioni, come se fossero degli eroi senza macchia e senza paura. Quasi nessuno legge o cita i passaggi più aspri della motivazione. Uno dei pochi a sottolinearlo è Zeman: l’allenatore boemo, che con la famosa intervista aveva denunciato il doping nel calcio, critica ancora la Juve in una serie di interviste.
Allora Moggi, in una delle telefonate intercettate, dice a Giraudo: “A Zeman bisogna fargli qualcosa, non so, un sistema, bisogna dargli una legnata…Bisogna prendere le emorragie, dandogli un danno a questo qua, inventandoci qulacosa, portandogli via un giocartore, trovargli qualche…”
E, al telefono con Biscardi, rincara la dose:
Biscardi:” Zeman lo faccio stangà da Riva(Gigi Riva, dirignete della Nazionale,NdA)…”
Moggi: “…Ma vogliamola una bella cosa? Andiamogli addosso di brutto!”

Fine prima parte, a lunedì prossimo per la sentenza della Cassazione…

Nessun commento: