martedì 18 marzo 2008

Novità al processo Dell'Utri.

Per chi sa che c'è il processo Dell'Utri, ho trovato queste informazioni sul perchè del ritardo dell'appello. Non sono buone news per Marcello e il caro Silvio...
Se qualcuno ne avesse parlato sarebbe scoppiato il caos, essendo notizie gravissime, ma per fortuna in Italia sappiamo tenere bene l'ordine...Buona lettura!

Domenico Gozzo e Antonio Ingroia, hanno presentato motivi d'appello segnalando tre nuovi capitoli che aggiungono elementi d'accusa contro Dell'Utri: i rapporti con il sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino; la scoperta di una Fininvest Gran Cayman, emersa nell'inchiesta romana sulla morte del banchiere Roberto Calvi; i contatti tra casa Dell'Utri e Vito Roberto Palazzolo, boss latitante in Sudafrica.

L'assegno di Ciancimino. Un'inchiesta su Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, ha permesso di raccogliere una nuova prova sui rapporti tra Ciancimino padre e l'allora nascente Fininvest, di cui Dell'Utri era l'ambasciatore in Sicilia. In una telefonata intercettata il 5 marzo 2004 tra i fratelli Massimo e Luciana Ciancimino, la seconda riferisce di essere stata chiamata da un certo «Gianfranco» (Miccichè?), legato a Silvio Berlusconi, che l'aveva invitata alla manifestazione a Palermo per i dieci anni di Forza Italia.
Era l'occasione buona, aveva detto «Gianfranco», per farle conoscere Berlusconi. A questo punto Massimo Ciancimino interviene dicendo che in quell'incontro avrebbe potuto finalmente restituire a Berlusconi un assegno di 35 milioni consegnato anni prima al padre e conservato per tutto questo tempo «nella sua carpetta». Oggi Gozzo e Ingroia si chiedono (e vorrebbero chiedere aDell'Utri): quando e perché quell'assegno passò dalla Fininvest a Ciancimino?

La Fininvest Gran Cayman. Da un'altra inchiesta, quella romana sulla morte di Calvi - a cui ha collaborato come consulente della procura Francesco Giuffrida, già consulente a Palermo per il processo Dell'Utri - è emerso un antico rapporto societario tra Berlusconi e il banco Ambrosiano. Robinson Geoffrey Wroughton, che per la società di revisione Touche ha condotto accertamenti su richiesta della Liquidazione del Banco Ambrosiano Holding di Lussemburgo, ha confermato che questa holding lussemburghese controllata da Calvi ha compiuto nei primi anni Settanta investimenti in società ricollegabili alla Fininvest. E ha indicato il report Lovelock come luogo dove sarebbe conservata traccia di quelle operazioni finanziarie: Lovelock era una Anstalt del Liechtenstein che negli anni Settanta fondò la Banca del Gottardo. Giuffrida segnala gli esborsi di Capitalfin International Ltd, società della cosiddetta «costellazione estera» dell'Ambrosiano, verso la Fininvest Limited-Gran Cayman, società riconducibile a Berlusconi.
Gozzo e Ingroia a questo proposito chiedono che siano sentiti come testi Wroughton, Giuffrida e Carlo Calvi, figlio del banchiere dell'Ambrosiano, che ha già accennato a rapporti tra il padre e Berlusconi. Entrambi erano iscritti alla P2, come pure i funzionari della Bnl che agivano nelle fiduciarie Capitalfin (galassia Ambrosiano) e Servizio Italia (galassia Fininvest). Calvi fu in quegli anni «beneficiario di ingenti finanziamenti da parte di ambienti mafiosi». Quegli stessi ambienti presso cui Dell'Utri svolgeva la sua funzione di mediazione, per conto della Fininvest e di Berlusconi, «vittima consapevole» (come hanno scritto i pm) del rapporto che il suo collaboratore aveva stretto con gli uomini di Cosa nostra.

Palazzolo e l'affare africano. La terza richiesta di Gozzo e Ingroia riguarda i rapporti tra Marcello Dell'Utri e Vito Roberto Palazzolo, nato a Palermo ma riparato in Sudafrica, dove è conosciuto anche come Robert von Palace Kolbatschenko. Grande riciclatore dei narcodollari della Pizza connection, Palazzolo è considerato uomo d'onore della famiglia di Partinico, legata all'ala corleonese di Cosa nostra. Secondo il collaboratore di giustizia Antonino Giuffrè, Palazzolo è sempre stato vicino all'ultimo grande capo di Cosa nostra, Bernardo Provenzano, di cui ha curato alcuni interessi economici in varie parti del mondo. Negli anni, von Palace è diventato potente e ricchissimo, proprio grazie alla sua attività di riciclaggio di denaro di provenienza illecita e agli investimenti «dei ricavati di sua pertinenza nelle attività oggi a lui facenti capo».
Ebbene, è proprio questo Palazzolo dall'altissimo profilo finanziario (e criminale) che ha contatti con Dell'Utri e la sua famiglia. La sorella, Sara Palazzolo, che gestisce gli interessi in Italia di Vito Roberto, è più volte entrata in contatto con il manager di Berlusconi e i suoi familiari. Preoccupato per le rogatorie chieste dalla procura di Palermo e temendo che queste potessero sfociare in una richiesta d'estradizione, Palazzolo spinge la sorella a premere su Dell'Utri perché si attivi contro questa eventualità, perché intervenga a risolvere i problemi giudiziari e «ministeriali» (come bloccare, appunto, l'eventuale richiesta d'estradizione). In effetti, le cose per Palazzolo finirono bene. I contatti sono provati da alcune telefonate intercettate nel 2003, che i due pm ritengono «assolutamente necessarie» per la decisione del processo d'appello, perché dimostrano che «Dell'Utri accetta di incontrarsi con Palazzolo, uomo d'onore di Partinico, per il tramite della sorella (anch'essa imputata di associazione mafiosa)». E offre in cambio soci e capitali per investimenti in Angola, un «affare africano» per cui viene chiesto anche il sostegno di Berlusconi.
In una delle telefonate intercettate, registrata il 26 giugno 2003, Palazzolo dice alla sorella: «Non devi convertirlo, è già convertito...». Intendendo, secondo i magistrati, che Dell'Utri ha rapporti d'antica data con Cosa nostra e quindi è già disponibile. Per questo, scrivono Gozzo e Ingroia, «si fa istanza che la corte d'appello voglia richiedere al Senato della Repubblica l'autorizzazione alla utilizzazione» delle telefonate di Dell'Utri, protette e inutilizzabili perchè intercettate a un senatore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie