lunedì 17 marzo 2008

Memorial "Calciopoli" Parte 'V'

Nell’aprile 2007 il processo doping finisce in Cassazione, dove l’assoluzione d’appello viene ribaltata e fatta a pezzi. È un verdetto che, insieme allo scandalo Calciopoli, mette una pietra tombale sulla stagione trionfale della triade Moggi-Giraudo-Bettega. Una stagione, secondo la Suprema Corte, pesantemente viziata da un “disegno criminoso” iniziato nel luglio ’94 e durato fino al settembre ’98 (quando partì l’inchiesta): le prestazioni dei calciatori erano alterate sia con sostanze proibite, sia somministrando farmaci leciti su atleti sani. Le 49 pagine di motivazioni depositate dalla II sezione penale accolgono le richieste del Pg Monetti e annullano l’assoluzione d’appello, dichiarando i reati commessi, ma prescritti dal 1° aprile 2007. Ampiamente confermate le tesi dei pm Guariniello, Colace e Panelli. Scavalcata addirittura la sentenza del Tribunale che condannò il solo medico Riccardo Agricola e assolse con formula dubitativa l’ad Antonio Giraudo: colpevole anche lui.

Anzitutto i giudici sostengono l’applicabiltà al doping della legge 401/1989 sulla frode sportiva: il legislatore “ha previsto un’autonoma ipotesi di reato per l’autodoping, e quindi più in generale per per la somministrazione di sostanze stupefacenti da parte di terzi”.
Non solo per proteggere la salute dei giocatori, ma anche per tutelare “la regolarità e la correttezza delle competizioni, poste in pericolo dalla sleale alterazione chimica delle prestazioni”.
La Corte d’appello, negando ilreato di doping, aveva torto: se avesse sposato l’interpretazione corretta, i due imputati sarebbero stati condannati ben prima della prescrizione: “Questo collegio ha ritenuto la condotta degli imputati integri il delitto di cui all’articolo 1 della legge 401/89, apparendo condivisibli quanto al resto le affermazioni della Corte territoriale con riferimemto all’equiparazione della posizione degli imputati”.

Cioè al ruolo paritario di Giraudo e Agricola. La loro assoluzione dunque “va annullata” per la somministrazione di farmaci leciti, ma anche di quelli illeciti contenuti nelle liste “proibite dal Coni: “Con riferimento alle sostanze vietate diverse dall’Eritropoietina è condivisibile il rilievo del Pg, che ha censurato l’affermazione della Corte territoriale” secondo cui “le sostanze diverse dall’Epo sarebbero state praticamente ignorate nella vicenda processuale”. Al contario, la perizia del farmacologo Eugenio Muller “si era occupata specificamente dei corticosteroidi, categoria cui appartengono le sostanze vietate” trovate nello spogliatoio bianconero, e cioè: “Depomedrol fiale, Deflan compresse, Flantadin compresse, Flebocortid fiale, Solumedrol fiale, Bentelan fiale, e compresse” e così via.Anche su questo punto, l’assoluzione d’appello soffre di “motivazione carente e generica”. Perciò si dispone “ l’annullamento della sentenza impugnatta in ordine alle sostanze non vietate e vietate diverse dall’Epo”: “senza rinvio perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione”.
Se il processo fosse durato un po’ meno, sarebbe stato ordinato un nuovo appello. Cassata l’assoluzione anche per il reato di “somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute”, anch’essa per “motivazione carente”.

Infine il capitolo Epo, aperto dal perito del Tribunale giuseppe D’Onofrio: la sua perizia fu ritenuta dalla Corte d’Appello insufficiente per dimostrare anche di quella sostanza vietata.
Qui, e solo qui, la cassazione conferma l’assoluzione di Giraudo e Agricola.
Ma anche in questo caso la Tv e gran parte della carta stampata sorvolano sulla differenza abissale tra prescrizione e assoluzione, e raccontano la favoletta della “Juve assolta anche in Cassazione”.
Moggi e Giraudo, però, sono ormai lontani.
Nella “nuova” Juve del presidente Cobolli Gigli e il ds Blanc l’unico superstite è il dottor Agricola.
Che nemmeno la nuova gestione ha avuto il coraggio di licenziare.

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